Nel 2020 fatturato in calo di oltre il 10% in Europa, del 15% in Italia dove si prevede un ritorno alla crescita di quasi l’8% nel 2021. Per le case compravendite a meno -23,6%, ma l’anno prossimo più 8,5%. Sono questi in sintesi i primi dati che emergono dall’European Outlook 2021, presentato oggi in apertura del 28°Forum organizzato da Scenari Immobiliari a S. Margherita Ligure.
Nel 2020 l’effetto della crisi sanitaria del Covid-19 sui mercati immobiliari europei determina un calo del fatturato superiore al dieci per cento, con una punta del 18,3 per cento in Spagna. Sta migliorando il mercato italiano che si stima che chiuderà con un meno 15,2 per cento. Si prevede un calo di quasi il 10 per cento per il mercato statunitense, dove la discesa potrebbe essere più forte e anche più lunga, data la mancanza di politiche di protezione dal virus. Come dopo ogni tempesta, anche nel real estate tornerà la quiete e per il prossimo anno sono attesi rimbalzi importanti in tutti i Paesi, con un più 7,8 per cento per l’Italia, trainato dal settore residenziale (più 9 per cento).
“Le previsioni per gli ultimi mesi del 2020 – ha commentato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, presentando l’Outlook, giunto alla ventesima edizione – sono decisamente meno negative di quelle, catastrofiche, attese del primo trimestre. Dopo i vari lockdown i mercati hanno ripreso una modesta attività in Europa e nel quarto trimestre si dovrebbe tornare ai trend normali in tuti i Paesi dell’area UE. Nel complesso, ci stiamo avviando verso una fase di ‘quiete’ che prenderà vita nel 2021, ovviamente in uno scenario dove i vaccini siano distribuiti a gran parte della popolazione mondiale, con l’economica, anche grazie ai grandi interventi pubblici, in ripresa. E’ indubbio, ad ogni modo, che quanto accaduto cambierà profondamente il real estate e le aspettative di investitori e utilizzatori. Il ‘niente sarà come prima’ nel settore immobiliare è una realtà che si concretizzerà nei prossimi anni, con profonde trasformazioni sui prodotti e nei mercati”.
Sul fronte delle quotazioni medie, nei principali Paesi europei permane il segno meno in tutti i settori, con esclusione della logistica. Il mercato più colpito è quello commerciale, dove si amplia la forbice tra piccola e grande distribuzione. Si tratta comunque di decrementi compresi tra il due e il tre per cento, quasi più un effetto psicologico che non una vera crisi. Nel 2021, infatti sono attesi valori positivi, anche se modesti. Dopo un incremento delle compravenditeresidenziali di quasi un quarto negli ultimi cinque anni, il trend si è fermato in tutta l’UE mentre per l’anno prossimo si attende un incremento di circa il dieci per cento.
In controtendenza gli investimenti istituzionali nel real estate europeo che, alla fine del primo semestre 2020 hanno fatto segnare, nonostante la pandemia in atto, un incremento del due per cento rispetto al primo semestre 2019, con circa 129 miliardi di euro. Il residenziale ha registrato un incremento del 37 per cento, con 33 miliardi di euro solo nel primo semestre e oltre settanta in previsione per fine 2020. La logistica è risultata in crescita del 5 per cento rispetto all’anno scorso (circa 15 miliardi di euro) mentre il terziario ha registrato un calo del 16 per cento rispetto al primo semestre 2019 (41 miliardi di euro). Il retail, invece, ha registrato un incremento del 18 per cento nel semestre grazie alle importanti transazioni effettuate nei primi tre mesi del 2020, quando la pandemia non aveva ancora del tutto bloccato le attività.
Sul territorio nazionale si distinguono in negativo sia il comparto residenziale che il commerciale. Ripresa veloce, invece, per il settore terziario, dove è in corso un profondo cambiamento di organizzazione del lavoro e quindi anche degli spazi aziendali. Dopo un calo del 23,6 per cento, le compravendite dovrebbe tornare solo il mezzo milione per migliorare negli anni successivi.
Il fatturato del mercato immobiliare italiano nel 2020 non raggiungerà di centodieci miliardi di euro, facendo registrare un calo del 15,2 per cento rispetto al 2019. Mentre il comparto residenziale perde il dieci per cento, l’alberghiero si contrae del settanta per cento e il terziario di quasi il trenta per cento. Riduzioni importanti anche nel settore commerciale, dove il calo di scambi si accompagna ad una netta discesa delle quotazioni. La crisi del settore commerciale dovrebbe continuare anche il prossimo anno. Mentre per gli alberghi si attende un vero boom (ovviamente nei limiti di un mercato dalle dimensioni modeste). Per il 2021 il fatturato globale dovrebbe tornare vicino alla soglia dei centoventi miliardi di euro.
Sul fronte degli investimenti nel 2020 non si dovrebbero superare i 5 miliardi di euro, contro i 12 dello scorso anno mentre per il 2021 è atteso un ritorno sui livelli medi dello scorso decennio (oltre 8 miliardi), chiaramente con Milano protagonista e in forte ripresa.
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