26 Maggio 2017
In Italia

Bologna presenta il Piano strategico metropolitano per lo sport


Davanti ad oltre un centinaio di dirigenti sportivi ed istituzioni, il Comune di Bologna ha presentato Bologna per lo sport. L’evento ha dato avvio al percorso che porterà a condividere il primo Piano Strategico per lo Sport della città di Bologna, ed è stata l’occasione per presentare ufficialmente l’esito della ricognizione sullo stato di salute dell’impiantistica cittadina e per un confronto sulle priorità da affrontare. Insieme all’assessore Matteo Lepore, il delegato provinciale del CONI Stefano Galetti e Luca Dondi di Nomisma, mentre la serata è stata coordinata dal presidente della Consulta Comunale dello sport Davide Grilli. Ci sono sette milioni da reperire per gli impianti di terra, escluse le piscine, altri quattro milioni sono stati messi a bilancio per il Paladozza, mentre gli ultimi 3 milioni di euro saranno destinati a tre palestre popolari: al restyling di quella nata nel centro Beltrame di via Sabatucci; alla riqualificazione di quella del Tpo al centro sportivo Pizzoli in via Zanardi; e alla realizzazione di una nuova palestra popolare alla Barca. solo il 43 % degli impianti gestiti non ha bisogno di alcun intervento. Il 30 % necessita di interventi compresi in una forchetta che va da pochi spiccioli a 100.000 euro. Il 27 % del totale necessita di interventi superiori ai 100.000 euro. Il Quartiere messo peggio è Borgo Panigale, dove il 45 % degli impianti gestiti necessita di lavori superiori ai 100.000 euro e solo il 27 % è in buono stato. Quello messo meglio è il Santo Stefano (dove però ci sono solo 4 impianti gestiti). Tra gli impianti che hanno bisogno di interventi sopra i 100.000 euro, i centri sportivi Leoni-Spada, Barca-Palazzetto e Vasco de Gama. Fra quelli che necessitano di lavori sotto i 100.000 euro, Lelli, Pizzoli, Cerè. Tra i pochissimi che non hanno bisogno di alcun intervento, i centri sportivi Trigari, l’ ex campo Savena e l’ ex Velodromo. Per gli impianti in libera fruizione, risaltano i casi del Porto-Saragozza e del Navile, dove non c’è neanche un campetto che non necessiti di un se pur minimo intervento.

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