21 Febbraio 2017
Primo piano

Immobiliare, previsioni in crescita per il 2017 in Italia +4%, in Europa +8,4%


“Il mercato immobiliare europeo corre e quello italiano cammina”. Questa la sintesi dell’Outlook 2017 di Scenari Immobiliari, presentato questa mattina a Milano, con le previsioni sui mercati europei e italiano.

Nel corso del 2016 il fatturato immobiliare italiano è cresciuto del 2,7% (114 miliardi di euro) contro il 4,6% degli altri Paesi europei. Solo nel Regno Unito si è registrata una perdita significativa: meno 14%.

Il divario è destinato a restare anche nel corrente anno. In Italia il mercato dovrebbe crescere del 4% e dell’8,4% in Europa, sui livelli degli Stati Uniti. In ripresa anche il mercato inglese.

“Ormai la crisi è superata – ha dichiarato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – ma siamo in una fase di ‘ripresina’ del mercato nazionale. Disoccupazione che non cala e tassazione elevata rappresentano ostacoli a una vera ripresa. Nonostante una domanda potenziale stimata in 850mila case”.

Scenari Immobiliari comunque prevede almeno 550mila compravendite residenziali nel corso del 2017.

Rispetto a dieci anni fa tutti i mercati europei (con l’eccezione della Germania) si sono contratti, mediamente del 13%. Nello stesso arco di tempo anche le quotazioni residenziali nella maggior parte delle città europee si sono ridotte. Roma è sui livelli di dieci anni fa, mentre Milano cresce del 3%. Parigi ha perso il 15% e Madrid il 40%. Bene le città del nord Europa, dove è in corso un vero boom immobiliare.

Un segnale positivo viene dagli investimenti cosiddetti “corporate” (investitori istituzionali), che raggiungeranno la cifra record di 10 miliardi di euro, per il 60% da parte di stranieri.

“Anche se lo scenario internazionale è dominato da Brexit e dalle incertezze sulle elezioni in vari Paesi europei – ha commentato Paola Gianasso, vice presidente di Scenari Immobiliari – l’attenzione dei grandi investitori è orientata al settore immobiliare e l’Europa è una destinazione primaria. L’Italia resta interessante perché ha quotazioni ancora ritenute basse e rendimenti interessanti, ma la domanda è focalizzata su Milano e Roma ed è frenata da carenza di prodotto idoneo in diversi segmenti di mercato”.

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